Muoversi 3 2021
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ILLEGALITÀ: POTENZIARE PREVENZIONE E CONTROLLO

ILLEGALITA’: POTENZIARE PREVENZIONE E CONTROLLO

proponiamo una sintesi dell’intervento di Maria Cecilia Guerra


Maria Cecilia Guerra

Sottosegretaria MEF

L’illegalità è un fenomeno su cui come Mef stiamo ponendo particolare attenzione, sia dal punto di vista della prevenzione sia da quello del contrasto. Un fenomeno molto importante per capire le difficoltà del settore. Il punto di partenza è esattamente quello che segnalava il Presidente Spinaci: in settori come questo l’illegalità può fare profitti molto grossi attraverso l’evasione fiscale proprio perché accise e iva costituiscono due terzi del prezzo.

È un illegalità dunque molto grave e appetita, che si sviluppa attraverso una collaborazione di tutta la rete, non limitata all’ultimo anello della distribuzione, e questo determina un’invasione della criminalità organizzata e un pericoloso circolo vizioso: i guadagni sono significativi, la concorrenza mette fuori gioco gli altri operatori, che non possono rispondere visti margini troppo piccoli, e diventano possibile preda di acquisizioni, con ulteriore allargamento delle infiltrazioni.

L’evasione fiscale comporta poi altri rischi: da quello per la sicurezza stradale, vista l’infiammabilità dei prodotti, a quello legato all’inquinamento determinato dall’immissione sul circuito di prodotti alterati chimicamente. Se non ci impegniamo nel contrasto all’illegalità avremo quindi anche una conseguenza sulle emissioni inquinanti, proprio quando stiamo affrontando una transizione così complessa e ambiziosa.

In prospettiva devono essere potenziati gli elementi di tracciabilità - dei prodotti ma anche dei flussi finanziari - ai fini sia della prevenzione che del controllo, per ricostruire quelle che sono vere filiere, filiere malate che intaccano la filiera buona

Negli ultimi anni sono stati adottati numerosi interventi di contrasto, su cui si può fare un primo bilancio guardando a tre indicatori, che danno idea dell’evoluzione del fenomeno, che parte per il gasolio e per la benzina nel 2015 e nel 2016.

Il primo indicatore è la relazione annuale sull’economia sommersa, che fa un confronto tra la base imponibile teorica (l’erogato dei distributori stradali) e la base imponibile effettiva (l’immissione di consumo rilevata legalmente), da cui emerge un tax gap molto rilevante, che nell’anno più critico, il 2017, è arrivato al 10,7% di evasione sul totale per le accise.

Poi abbiamo l’analisi della Guardia di Finanza legata all’evasione che è stata scoperta e anche questi sono dati sconvolgenti: 1,2 miliardi di chili di carburanti che hanno circolato in evasione di imposta, che per quanto riguarda accise e iva significa almeno 4 miliardi.

Infine abbiamo l’analisi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che si fonda sull’idea base, visti i margini ristretti di chi opera nel settore, che il trasporto dei carburanti richieda necessariamente tragitti brevi, funzionali ed economici. Guardando allora all’anti-economicità dei trasporti rilevati si trovano indicazioni molto utili sull’illegalità e sugli effetti dei provvedimenti presi. Già dopo le prime misure introdotte nel 2017 si osserva un calo di questo trasporto, che però poi riprende, segno di un’economia criminale in grado di riorganizzarsi. Il passaggio successivo, nel 2019, con nuovi criteri di selezione degli operatori, ha comportato una nuova depressione, con poi una nuova ripartenza. I segnali che abbiamo oggi, a pochi mesi dall’introduzione dell’e-DAS e dopo una crisi così acuta, grazie anche a un incremento degli strumenti di controllo, sembrano indicare un nuovo calo.

In prospettiva devono essere potenziati gli elementi di tracciabilità – dei prodotti ma anche dei flussi finanziari – ai fini sia della prevenzione che del controllo, per ricostruire quelle che sono vere filiere, filiere malate che intaccano la filiera buona.

In conclusione voglio aggiungere che abbiamo bisogno di un approccio strategico – come diceva giustamente il Presidente – e multiperiodale, per gestire al meglio la transizione verso un’economia sempre più sostenibile, nell’interesse delle imprese e delle persone.